Terapia cognitiva - Giorgio Antonelli

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Terapia cognitiva




Aaron Beck pubblica Principi di terapia cognitiva. La psicoterapia cognitiva si pone in una certa continuità con la seconda forza della psicologia, il comportamentismo, con la differenza che il comportamentista mira a modificare i comportamenti, lo psicoterapeuta cognitivo mira a modificare le cognizioni. Se le radici filosofiche del comportamentismo risalgono al diciottesimo secolo (l’empirismo di Locke), le radici filosofiche della terapia cognitiva rimontano per lo meno agli stoici “che consideravano le concezioni (o le concezioni errate) dell’uomo riguardo agli eventi come la chiave per comprendere i suoi problemi emotivi”. Sappiamo ad esempio che Crisippo aveva concepito un libro sulla terapia delle passioni dell’anima (Il Terapeutico ovvero L’Etico).

Le passioni (che, nel linguaggio di Beck, diventano gli emotional disorders e dalle quali, nella prospettiva dei filosofi ellenistici, occorre guarire) sono definite da Crisippo giudizi dell’anima razionale. Si tratta qui dell’anticipazione di un assunto fondamentale della psicoterapia cognitiva: il pensiero influisce sullo stato d’animo, il significato determina la risposta emotiva. Di cosa soffre la maggior parte delle persone? Gerd Achenbach, il fondatore della consulenza filosofica, risponde: “di non sapere che cosa pensare della loro vita.”

Nelle posizioni cognitiviste, da Crisippo a Beck, è ovviamente presente un’equazione socratica, equazione che ha improntato di sé una parte cospicua della tradizione filosofica. Sennonché già un discepolo di Socrate, Critone, aveva contestato il maestro scrivendo un non pervenuto ma eloquente Non si diventa buoni con la conoscenza. La critica di Critone sarebbe riapparsa nell’Etica Nicomachea di Aristotele dove si legge che le cose giuste, belle e buone “non saremo per nulla più capaci di praticarle per il fatto di conoscerle”. Seneca dal canto suo avrebbe sostenuto, contro i suoi maestri stoici greci, precedendo Hume, che la volontà non s’apprende.


(tratto da G. Antonelli, Schizzi genealogici psicofilosofici, in Giornale Storico del Centro Studi di Psicologia e Letteratura, 6, Giovanni Fioriti Editore, Roma, 2008)

 
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