Televisione - Giorgio Antonelli

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Televisione

(in Giornale Storico del Centro Studi di Psicologia e Letteratura, 4, Giovanni Fioriti Editore, Roma, 2007)



(ripubblicato in Sconfini. Saggio dinamico su guerra, femminicidio e altre crisi, Lithos, Roma, 2015)



Estratto

"In principio Dio creò il cielo e la terra" recita il primo versetto della Genesi. Che io ritraduco così: prima di Dio e della sua creazione c’è arché, un principio, un principio nel quale tutto il resto prende luogo, avviene. Analogamente Giovanni, che rivaleggia con Genesi, ovvero ne è angosciato, scrive che "in principio era il Verbo". Ciò dal mio punto di vista significa che il Verbo stava in un luogo, chiamato principio, che lo precede.

Appunto del principio che precede il Verbo, e che precede la creazione, voglio fare discorso in relazione alla ù televisione. E ne voglio dire secondo equazioni che potrebbero trovare applicazione anche per la carta stampata, per il virtuale, per il sogno inteso à la Jouvet come terzo stato. Carta stampata, televisione, virtuale, sogno: un quaternio di stelle degno della massima considerazione. Quaternio da terzo stato, quello stesso che, stando a Jouvet, si differenzia da veglia e sonno.

Analogo della televisione non è lo stato della veglia o quello del sonno, ma l’altro, strutturalmente diverso da entrambi, che prende il nome di sogno. Il sogno è tanto diverso dal sonno quanto il sonno è diverso dalla veglia. Soltanto che la televisione è l’envers du rêve, il rovescio del sogno, un sogno rovesciato. Dal momento che ho tirato in ballo il libro della Genesi e Giovanni, mi piace ricordare che tra le fonti indicate da Jouvet come attestanti la realtà specifica del sogno, il suo distinguersi da veglia e sonno, da vita e morte, figurano le Upanishad. Pensare al sogno come legato indissolubilmente al sonno è un errore.

 
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