Personae, numina, animali - Giorgio Antonelli

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Personae, numina, animali







Estrattio

Gli animali sono personae, dèmoni perfetti che visitano il luogo del sogno alla stessa stregua del sognatore. C’è una immortalità degli animali, scrive Drewermann. Hillman, dal canto suo, ricorda come ostriche e squali siano identici a sé da milioni di anni e sostiene del tutto ragionevolmente, date le premesse, che una rana in sogno non può essere migliore di un pesce o un cane di un lupo. Anche il sognatore è un animale che visita la sua/non sua scena onirica. In quella scena gli animali portano la loro perfezione, e ciò esclude che possano essere letti, junghianamente, come compensatori.

In quella scena gli animali portano la loro alterità, vengono, dice ancora Hillman a salvare la bellezza, vengono a farcela vedere, a personarla, a farla risuonare. In quest’ottica è sorprendente l’immagine hillmaniana del sogno come arca nella quale "le anime degli animali incontrano le nostre, come immagini". In altri termini si tratta di vedere gli animali come se fossimo noi, i sognatori, animali, come se noi sognatori avessimo occhi di animali. Nell’arca, e nel sogno-arca, gli uomini non hanno meno bisogno di salvezza degli animali.

L’Io del sogno, scrive Hillman, si trova in difficoltà con gli animali, li percepisce pericolosi, aggressivi, invasivi. Alla base di quest’atteggiamento, in contrasto con una matrice rispettosa degli animali di marca ebraica e greca (e il rispetto per gli animali va concepito, etimologicamente, a partire da un saperli guardare), egli colloca quella che chiama la degradazione degli animali, un processo che, in occidente, è stato appannaggio della matrice stoico (romana)-cristiana. "La legge romana", ricorda Hillman, "conferisce ai padroni degli animali lo ius utendi e lo ius abutendi – una posizione fondata sull’idea stoica secondo la quale gli animali sarebbero privi di ragione".

Tale degradazione, lo ius abutendi, continua a farsi sentire nei sogni, ovviamente, nella filosofia (Hillman menziona Tommaso, Malebranche, Kant, i quali, sostanzialmente, ribadiscono la lezione stoica), nella teoria dell’evoluzione, nella simbolica d’impianto psicoanalitico. Hillman cita a quest’ultimo riguardo Freud e Stekel. Topo, serpente, uccello, cane, pesce sono, tra gli altri, simboli (segni dovremmo dire) dell’organo genitale maschile. Gli insetti nocivi e gli animali piccoli rappresentano per Freud i bambini piccoli, fratelli indesiderati, indesiderati, potremmo aggiungere, allo stesso modo in cui sono indesiderate le immagini degli animali per l’Io del sogno. Qui appare evidente quel vizio della sostituzione denunciato da Jung, un vero e proprio ius abutendi applicato all’immagine onirica.
 
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