Star Trek - Giorgio Antonelli

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Star Trek e la religione americana

(in Giornale Storico di Psicologia Dinamica, 56, Di Renzo, Roma, 2005)






Estratto


Che ne è di Dio in Star Trek? Appunto perché di Dio non resta traccia, dico che l’utopia della religione americana ˗ questo misto di entusiasmo, sciamanesimo, orfismo e gnosticismo ˗ è compiuta. E se è compiuta quell’utopia, allora ogni utopia sembra potersi dire compiuta. Non esiste più un non-luogo. In altri termini la fantascienza, nelle specie dell’Enterprise, l’astronave emblema della federazione, porta a compimento ogni nostra immaginante proiezione, ogni desiderio di potenza, ogni nostro demiurgico, arcontico sogno d’immortalità.

Dell’Enterprise si può affermare più o meno quello che della terra e, diciamo anche del pianeta terra, diceva Emerson: una palla verde che lo portava galleggiando attraverso i cieli. Il compimento dell’utopia, con Star Trek, non coincide col deserto maledetto da Nietzsche, ma con lo spazio, l’infinito, con la possibilità di dimorare nell’Abisso. Abisso: ecco un nome, gnostico, per il giardino che, secondo la profezia di Isaia, avrebbe sostituito il deserto.


 
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