Frieda Fromm-Reichmann - Giorgio Antonelli

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Frieda Fromm-Reichmann



Una biografia di Frieda Fromm-Reichmann è pubblicata da Gail A. Hornstein. L’influenza di Ferenczi sulla Fromm-Reichmann viene debitamente presa in considerazione in un contesto che, oltre a comprendere Goldstein e Groddeck (circa le potenzialità auto curative del paziente), si rifà, a partire dal titolo (Redimere una persona è redimere il mondo) all’assunto ebraico del tikkun, assunto che ha i suoi lontani equivalenti nella dottrina gnostica della raccolta della semenza di luce imprigionata nella materia e che ritorna, in particolare, nella Kabbalah di Luria.

Non sembri lontano dalla psicologia del profondo questo argomentare intorno alla Kabbalah. Jung riconosceva nel sistema ideato da Luria un equivalente del suo. Nel pieno del conflitto apertosi all’interno del Comitato Segreto Abraham e Sachs concludevano la Rundbrief del 3 marzo 1924 con una domanda: qualcuno dei membri del Comitato aveva letto il libro di Georg Langer Die Erotik der Kabbalah? E commentavano brevemente sull’orientamento psicoanalitico del testo in questione.

C’è un dramma divino che precede la creazione dell’uomo e che l’uomo deve ricomporre. In ogni paziente, insomma, anche il più refrattario, il più resistente, esistono scintille luminose che l’analisi deve restituirgli. Frieda Fromm-Reichmann si assume una responsabilità enorme in tale direzione e già questo è un motivo (non la sua equazione originaria però) che la vede in profonda relazione con Ferenczi. L’autrice rileva qui anche come quest’assunzione di responsabilità inducesse in lei sentimenti di colpa nei casi in cui la relazione analitica non aveva buon esito, a causa ad esempio di un controtransfert negativo non ben integrato.

La Hornstein rileva non pochi e importanti altri punti di condivisione: la pratica ferencziana dell’elasticità, la necessità di una franca ammissione, da parte dell’analista, dei propri errori, l’estensione del tempo analitico. Sottolineata è anche l’influenza di Ferenczi in relazione al trattamento dei pazienti psicotici. Nel trattare tali pazienti la Fromm-Reichmann si sentiva incoraggiata da Ferenczi a deviare dai metodi analitici standard.



 
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