Intro alla gnosi di Hillman - Giorgio Antonelli

Vai ai contenuti

Menu principale:

Pubblicazioni > Articoli
Introduzione alla gnosi di Hillman



(in Omaggio a James Hillman, Quaderni di Psicologia Archetipica 2, Portofranco, L'Aquila, 2014)



Estratto


L’interiorizzazione è onnintroiettante e riduce tutto alla misura, alla geografia, alla psicogeografia del dentro. Appunto l’interiorizzazione è il confine entro il quale si è arrestata la psicodinamica. Ed è allora l’interiorizzazione a costituire il bersaglio del furore decostruente di Hillman. L’introspezione è un’illusione promossa dalla terapia. Reinterpretando il mito fondante della psicoanalisi al modo che era già stato di un irriconosciuto Rank, Hillman sostiene che, promuovendo l’illusione dell’in la terapia non fa altro che predicare e praticare la cecità di Edipo. In altri termini: per vedere dentro noi stessi accechiamo la vista del mondo.

La gnosi di Hillman contempla il trascendimento dell’interiorizzazione. Il motore di questa gnosi si chiama religione americana. Il nume è Ralph Waldo Emerson, che della religione americana è l’inventore. Le vecchie fedi, che edificarono le nazioni, hanno perso la loro forza, si sono tutte polverizzate e uomini e donne sono in cerca di re, annuncia. Quelle religioni si coagulano, appunto, nella religione americana.

La seconda direzione si nomina nel pensiero dei radicali inglesi. quel radical underground, ben rappresentato dal sopra menzionato Winstanley, che spinge l’in ai suoi esiti estremi. La chiesa è decostruita a semplice edificio e il vero tempio, come scrive Milton all’inizio del Paradiso Perduto, diventa il cuore. Diciamo anche: il pensiero del cuore. Emerson rincara la dose: Milton, che era l’uomo più devoto del suo tempo, non frequentava alcuna chiesa. Hillman lo ridice in Insearch, con tanto di accompagnante menzione di Barth e Bultmann: l’anima non la si trova nelle chiese o nelle sinagoghe. Il cuore è il prediletto dello Spirito. L’Inferno, il Paradiso sono decostruiti dai radicali inglesi a states of mind, Cristo a metafora. Inferno, Paradiso e Cristo vengono dunque anch’essi interiorizzati.

Non c’è Cristo che non sia un Cristo dentro, proclamavano tra gli altri i Quaccheri. La resurrezione assurge a evento contemporaneo e tende a non riguardare il corpo. La Bibbia, là dove non è francamente stigmatizzata come non contenente la parola di Dio, è decostruita ad allegoria. Milton tratta l’Inferno e i Diavoli come stilemi che gli consentono di descrivere conflitti psicologici. Cos’al descriverebbe l’intero mito cristiano se non conflitti che hanno luogo all’inter di ogni credente?

Una terza direzione, sempre all’interno del radical underground, è quella antino con esiti che coniugano l’elezione con il libertinismo morale e l’impeccabilità, secondo una corrente di pensiero che rinviene i suoi pregressi agganci nelle dottrine di gruppi gnostici (ad esempio i carpocraziani) e di gruppi ereticali medievali (ad esempio gli eretici del libero spirito). Questa terza direzione molto e intimamente ha a che vedere con l’(ermen)e(u)tica di Hillman in ragione di quel movimento del twisting and turning, del torcere e rivolgere le idee che, magistralmente praticato da gnostici del secondo secolo così come dai radicali inglesi del seicento, assume una valenza fondante nel re-legere del fondatore della psicologia archetipica. Come ebbe modo di dire Lacan gli ebrei sono caratterizzati in sommo grado dal saper leggere un testo. Assunto, questo di Lacan, di cui Hillman costituisce una palpitante conferma.

Una quarta direzione ha a che vedere con l’aspirazione a ricatturare sulla terra lo stato mentale (sempre di interiorizzazione si tratta) che precede la caduta di Adamo ed Eva. Non pochi si sentono intitolati a credere di vivere già nel regno dei cieli. Tale aspirazione assume anche i caratteri di forte proposta democratizzante (come nel caso dei Diggers e True Levellers di Winstanley). E allora la Chiesa d’Inghilterra e la proprietà assurgono a cifre di anticristianità, il paradiso è qui in questo mondo, l’inferno coincide con la povertà materiale (che è una sorta di punizione divina) e la terza età dello spirito (come profetizzato da Gioacchino da Fiore) è ai suoi ricono febbrili inizi.

Quando Hillman parla di un riconoscimento del protestantesimo della psicolo ne stigmatizza, come s’è accennato, lo statuto di provvisorietà e di non ultimatià. L’ultimo, come s’è detto, coincide col teofanico. Perché? Perché l’interiorizza cifra del protestantesimo e anche della succedanea psicologia del profondo, sottrae energia al fenomeno mondo, si trova cioè in controtendenza rispetto all’in del mondo. Dal riconoscimento del protestantesimo della psicologia deve conseguire un’inversione dell’interiorizzazione.

 
Torna ai contenuti | Torna al menu