Boss sui sogni di denti - Giorgio Antonelli

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Boss sui sogni di denti



Medard Boss contesta la schematizzazione di origine freudiana secondo cui la perdita onirica dei denti andrebbe interpretata come simbolo masturbatorio.

Dal punto di vista fenomenologico ciò che occorre prendere in considerazione, nel caso specifico, è la qualità essenziale dei denti, il modo in cui i denti veicolano la relazione dell’uomo col mondo. In questa qualità essenziale entrano l’afferrare, il catturare, l’assimilare, il dominare.

Nei sogni di perdita dei denti si tratta insomma della messa in crisi di un modo di entrare in relazione col mondo del sognatore, un modo che ha a che vedere, appunto, con l’afferrare, il catturare, l’assimilare, il dominare.

Boss riporta a riguardo una serie di tre sogni fatti da una studentessa di medicina ventiseienne.

Nel primo, occorso tre mesi dopo l’inizio dell’analisi, la donna sputa i suoi denti, che erano diventati marci.

Nel secondo, fatto diciotto mesi dopo, si accorge, nell’addentare una fetta di pane, di non avere gli incisivi. Il dentista le promette che lavorerà con lei in modo tale che nessuno si accorga dei nuovi, falsi, incisivi.

Nel terzo sogna di specchiarsi e di vedere che i denti o ci sono o stanno ricrescendo.

Nel primo sogno, nell’intuizione terapeutica offerta da Boss, si tratta del collassare della relazione della sognatrice col mondo. La sognatrice si sta rendendo conto che la sua concezione del mondo, quella con cui era entrata in analisi, sta cadendo a pezzi. Sta cadendo a pezzi la sua modalità di afferrare, catturare, assimilare, dominare.

Nel secondo sogno non tutti i denti cadono, ma gli incisivi, i denti deputati all’afferrare. Boss si chiede se anche nella veglia la donna trovi difettosa la sua capacità di afferrare.

La sognatrice si aspetta presumibilmente che l’analisi le metta i denti. Il terzo sogno pone il sigillo a un processo terapeutico che avrebbe visto di lì a poco la donna terminare l’analisi.


(tratto da Discorso sul sogno, Lithos, Roma, 2010)
 
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