Patologizzazioni - Giorgio Antonelli

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Patologizzazioni


Freud a Eitingon su Ferenczi (18 aprile 1932): "Si offende perché uno non va in brodo di giuggiole nel
sentire come gioca a mamma e bambino con le sue pazienti."

Freud su Ferenczi: Non avendo trovato l’amore (infantile) che cercava presso i suoi colleghi, Ferenczi
lo cerca nei pazienti. A tal fine sfrutta transfert e controtransfert. Freud diagnostica dunque una regressione
nevrotica quale conseguenza del “precoce invecchiamento” di Ferenczi.

Freud e Reich su Stekel: In Dinamica della traslazione Freud prende di mira un articolo di Stekel, che
aveva analizzato nel 1901 per disturbi della potenza sessuale. Di Stekel circolava voce che fosse un
bugiardo (ad esempio s’inventava i casi clinici in occasione degli incontri del mercoledì) e che, come
sostiene anche Reich, andava a letto con le pazienti.

Ferenczi su Jung, Adler e Stekel: Ferenczi scrive di poter pensare a Jung senza alcuna gelosia fraterna ed esponei propri sospetti sulla sua persona: complesso del denaro, già messo in luce da Freud, “un’ambizione sconfinata e incontrollabile, che si esprime in gelosia e odio meschini” nei confronti di Freud. Si allude anche a un episodio di meschinità di Jung. In occasione del congresso di Weimar Jung avrebbe spinto Magnus Hirschfeld ad annunciare le dimissioni dalla Società di Berlino, dopo aver fatto un’allusione alla sua omosessualità. Ferenczi ne deduce che Freud dovrebbe prendere Jung in analisi. Notazione, quest’ultima, che è in linea con tutto un percorso ferencziano di critica nei confronti dello psicologo zurighese e con quella strategia della patologizzazione, così presente nella storia del movimento psicoanalitico, della quale, paradossalmente, anche Ferenczi farà le spese: sarà ad esempio lui a essere considerato “paranoico”, laddove è lui, in una lettera a Freud a formulare tale giudizio per Adler e a tacciare di perverso infantile Stekel.

Rado su Abraham: In Heresy. Sandor Rado and the Psychoanalytic Movement (1995), Paul Roazen
e Bluma Swerdloff riportano il resoconto che Rado, il “dittatore di New York” come lo chiamava Fenichel,
fa della propria vicenda di psicoanalista e della propria versione della storia della psicoanalisi. Rado espone
tra l’altro la tesi secondo cui Abraham sarebbe morto anzitempo. Rado dice espressamente he killed himself,
si è ucciso, per evitare il conflitto con Freud.

Rado e Fenichel su Reich: Reich è uno schizofrenico.

Reich sugli psicoanalisti: Reich riteneva che la maggior parte degli psicoanalisti fosse genitalmente
disturbata. Non solo. In materia di sesso gli psicoanalisti erano ipocriti. Avanzando il pretesto di esami
genitali, infilavano le loro dita nelle vagine delle pazienti, fino a masturbarle durante la seduta.
Il che, secondo Reich, accadeva di frequente.

Reich su Jones: Jones è “un inglese molto frustrato”.



Grunberger su Ferenczi: La fase terminale della teoria di Ferenczi, scrive Grunberger, “sopravviene
quando egli è colpito da una fatale malattia che sembra aver comportato una regressione a quell’Io bipolare
di cui ho parlato poc’anzi: ricerca di purezza da una parte, proiezione dell’analità dall’altra”. Ciò significa
che la concezione ferencziana del bambino puro implica una richiesta di tenerezza e, a ridosso di questa,
una conferma narcisistica. Ferenczi “era dominato dalla fantasia di una monade di purezza narcisistica,
con la concomitante proiezione dell’aggressività rinforzata dalla frustrazione”.


 
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