Intuizione, intenzione, inspirazione, insetting

Estratto

Cos’è il setting analitico? Un luogo di inizio gioco, un attraversamento per fantasmi, uno spazio di non due, l’inizio di un’opera d’arte. Un crearsi, l’assistere a un crearsi, il patire un crearsi, l’esser presenti a un’origine. Il setting è un mondo, ma la sua terra, il fuoco del suo fuoco, il suo gaudente morire, la sua resurrezione minore, è l’insetting.

L’insetting è il quadrato, è il quaternio, il nonluogo, l’atopìa. L’immaginario due naturaliter passa a un tre e il tre a un quattro. Il cinque, l’etereo cinque, componendosi, non di un uno che completa il quattro, ma di un uno che deborda dal quattro, trascinerebbe il tutto alla confusione, al magma e, conseguentemente, alla necessità di un nuovo inizio. Forse andiamo in analisi non perché si faccia passe dal tre al quattro, nella prospettiva cioè, per lo più immaginaria, e per lo più nemmeno consapevole, dell’acquisizione di una completezza reale che abbia luogo nel luogo di una illusoria perfezione. Forse andiamo in analisi per sperimentare la passe della confusione nella prospettiva di un nuovo inizio. Non soltanto per fare mondo, ma per trapassare la terra.

Qualcosa in noi, un demone capace di disabituare il no, dice: in quel luogo, forse, possiamo attraversare il caos, l’onnivora bocca spalancata, la bocca onnidesiderante dell’esistere, odorare il fuoco della terra, aspirare celate forme, vedere, come vide Wordsworth. Proteo che viene dal mare, sentire il vecchio Tritone che suona il corno inghirlandato, ricevere finalmente quello che diamo, anche là dove ignoriamo di dare o ricevere. Perché insistentemente ci troviamo, anche senza sapere, senza, gustare, senza godere, nel dare e nel ricevere.

Forse. Ma se quel forse, calandosi da cieli e sovracieli, discendendo come luce, trapassando ogni occlusione di demiurghi e arconti, lambendo come pioggia, accarezzando come rugiada, impregnando come dionisiaco gànos, si fa humus, ciò ha luogo a misura dell’entrare, dell’inspirare, dello spirar dentro dell’insetting.

Il Mondo si fonda sulla Terra e la Terra sorge attraverso il Mondo . Il setting si fonda sull’insetting e l’insetting sorge attraverso il setting. Il discorso sull’arte di Heidegger, così come quello sullo spazio, e su spazio e scultura, configura sincronicamente un discorso su setting e insetting. Ciò accade perché un discorso sull’arte si lascia anche leggere come discorso sulla psicoterapia.


Abstract

Intuizione, intenzione, inspirazione, insetting

Un discorso sull’arte si lascia anche leggere come discorso sulla psicoterapia. Da questo assunto si dipana un discorso sull’intuizione, sull’ispirazione e sull’intenzione che abitano il setting terapeutico e guidano invisibilmente paziente e psicoterapeuta. Il termine “insetting”, che in questo discorso viene introdotto, significa la sovrapposizione di un luogo su un altro, del luogo insetting sul luogo setting. Tale sovrapposizione, nella quale si rende reale la felicità del fare analisi, viene posta in relazione, da una parte, con gli assunti della psicologia analitica (sincronicità, funzione trascendente) e, dall’altra, con l’approccio di Heidegger all’arte. Se per il filosofo il Mondo si fonda sulla Terra e la Terra sorge attraverso il Mondo, per lo psicoterapeuta il setting si fonda sull’insetting e l’insetting sorge attraverso il setting. A ridosso di psicologi e filosofi, tuttavia, sono gli scrittori e, in particolare, i poeti a governare questo discorso su intuizione, intenzione, ispirazione e insetting a partire dalla loro riflessione sul fare arte.



Intuition, Intention, Inspiration, Insetting

A discourse on art could be compared to a discourse on psychotherapy. Thus said, the logical conclusion is would be that it is also a discourse on the intuition, inspiration and intention with which the therapeutic setting is imbued, and which invisibly guide both patient and therapist. By the term ‘insetting’ -- introduced in this discourse – is meant the superimposition of one space over another, the insetting space over the space of the setting. That superimposition, which produces the contentment of doing analysis, is placed in relation on the one hand to elements of psychoanalysis (synchronism, transcendent function), and on the other Heidegger’s approach to art. While for the philosopher The World is based on the Earth and the Earth emerges through the World, for the psychotherapist the setting is based on the insetting and the insetting arises from the setting. Psychologists and philosophers apart, however, it is writers and -- in particular, poets -- who guide the discourse on intuition, intention, inspiration and insetting, beginning with their reflections on the creation of art.