Le Chiese di Jung

... La Chiesa è senescente e fredda perché sembra aver smarrito la relazione col linguaggio di Dio. Dio, infatti, per Jung, parla agli uomini mitologicamente, ovvero immaginalmente. Né sembra, a dispetto dei teologi, aver cessato di farlo. A meno che non si voglia affermare che a tanto sembra costringerlo il freddo linguaggio umano della letteralità. Non è la Chiesa, scrive Jung, ma l'immagine primordiale che opera dietro la Chiesa a imporre la trasformazione psichica. La Chiesa, da se stessa, non possiede tale prerogativa . Ho scritto altrove che "la ridefinizione del linguaggio religioso per introdurre un discorso (presumibilmente) altro dalla religione comunemente intesa appare un tratto che accomuna Jung alla tradizione del pensiero tedesco" , e indicato come esempi probanti il Così parlò Zarathustra di Nietzsche e l'opera di Meister Eckhart, il quale, come aveva anche compreso Schopenhauer, si serviva del linguaggio del cristianesimo per portarsi in un altrove e annunciarci un altrove. Se di questo si tratta, occorrerebbe chiedersi in che misura il mistico renano ne sia stato consapevole. Ho ipotizzato che anche Jung abbia operato una epocale distinzione tra linguaggio cristiano e messaggio cristiano. Il messaggio cristiano avrebbe cessato di appartenere alla Chiesa, perché la Chiesa avrebbe smesso di esserne il conveniente ricettacolo. Lo Spirito, nel suo venire e andare, nel suo spirare dove vuole, inchioda così l'uomo e tutte le sue forme alla legge dell'enantiodromia. Dov'è, potremmo però chiederci, l'altra Chiesa, la Chiesa dell'"Uebergang", la Chiesa dell'"oltreuomo" (Uebermensch), ovvero dell'uomo spirituale? Dov'è quel "Regno di Dio" che costituiva la parola d'ordine condivisa da Hölderlin, Hegel e Schelling agli inizi dell'eone romantico? E' invisibile, scriveva Hegel a Schelling, forse in prosecuzione della stagione rosicrociana. E' invisibile e, tuttavia, almeno per alcuni, punto d'incontro . Punto di incontro per chi? Per gli spirituali? Per gli uomini intelligenti e responsabili di cui parla Jung e che sono capaci di portare il messaggio della Chiesa nel futuro? E dove sono questi uomini? Dove si raduna questa terza Chiesa?

Nel segreto, risponde Jung in calce al suo mandala "Il Castello" del 1928 :

La chiesa cattolica e i protestanti e i nascosti nel segreto. L'eone è concluso.

Ecco dunque, declinate davanti a noi, le Chiese di Jung: la chiesa cattolica, la chiesa protestante (alla cui ala estrema, nonostante tutto, Jung professa di appartenere quale protestante che "protesta" contro il protestantesimo) , la chiesa dei nascosti in segreto, nella quale, presumibilmente, si conclude l'eone cristiano. Non sta certo a noi dire se l'eone cristiano nel quale si pensa Jung (e dal quale Jung è pensato) conoscerà la conclusione da lui indicata per entrare in un altrove di impervia decifrazione. L'indicazione di Jung può intendersi del resto sia in ottica triadica progressiva, sia in ottica di correlate contemporaneità. In quest'ultimo caso il fatto che la Chiesa permanga luogo necessario di formazione (un termine che già nel linguaggio dello gnostico valentiniano Teodoto equivale a "individuazione") o, almeno, di "iniziazione" alla formazione andrebbe di pari passo col convincimento nutrito da Jung che "l'attuale cristianesimo non è la verità finale" . Le Chiese di Jung, insomma, non vogliono saperne di congedarsi dal banchetto della storia.

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