Ritardi della psiche

Per ritardi della psiche vanno intese qui le incongruenze, le apatie, le anorgasmie dell’editoria italiana relativamente alla pubblicazione di testi psicologici e, in particolare, psicodinamici. Se l’editoria italiana è in crisi, ciò deve anche accadere perché la psiche ritarda a investirla, a ispirarla. Un confronto con quanto accade all’estero, in particolare in Germania, in Francia e nei paesi anglosassoni, può confermare l’infelice assunto ...

Si sa che gli italiani non amano l’editoria epistolare. Non la amano neanche gli psicolettori? Freud pensava che per essere bravi psicoanalisti occorresse conoscere la storia della disciplina. Ora, il documento più emozionante, sofferto, inquietante, illuminante di tutta l’editoria epistolare psicoanalitica è senza dubbio costituito dalla corrispondenza Freud-Ferenczi. Nell’originale tedesco si tratta di tre volumi, ognuno diviso in due tomi. Nelle traduzioni inglese e francese di tre volumi non divisi in tomi. L’edizione tedesca dell’epistolario tra i due maestri di psicoanalisi si completa con la pubblicazione del secondo tomo del terzo volume nel 2005. L’editore Cortina pubblica il primo volume nel 1993 e il secondo volume nel 1998. Del terzo volume a tutt’oggi, a distanza di 3 lustri dall’uscita del secondo, non si sente neanche l’odore. Gli psicolettori francesi e inglesi sono certamente più fortunati dei loro colleghi italiani.

Cito qui di seguito gli scambi epistolari che presumibilmente gli psicolettori italiani non vedranno presto tradotti nella loro lingua (e spero tanto d’essere smentito a partire da adesso): 1) L’epistolario Freud-Abraham. 2) L’epistolario Freud-Binswanger. 3) L’epistolario Freud-Eitingon. 4) L’epistolario Freud-Hall. 5) L’epistolario Freud-Jelliffe con annesso scambio epistolare tra Jelliffe e Jung. 6) L’epistolario Freud-Laforgue. 7) L’epistolario Freud Putnam (che include anche altri scambi come si evince in nota). 8) L’epistolario Freud-Rado. 9) L’epistolario Freud-Rank. 10) L’epistolario Freud-Riviere. 11) L’epistolario Freud-Stekel. 12) L’epistolario Freud – Anna Freud. L’epistolario Freud-figli di Freud. 13) L’epistolario Anna Freud-Eva Rosenfeld. 14) L’epistolario Marie Bonaparte-Laforgue. 15) L’epistolario di Karl Menninger. 16) L’epistolario di Kohut. Dell’epistolario Anna Freud-Lou Salomé, infine (ma lo scempio degli esempi non sembra aver fine) esiste una traduzione soltanto parziale. Etc.

Le cose non vanno epistolarmente meglio – perché mai dovrebbero? – in campo junghiano. Ne ho fatto menzione nell’editoriale del nr. 12 del Giornale Storico del Centro Studi di Psicologia e Letteratura uscito nel’aprile del 2011. Mancano all’appello, scrivevo, l’epistolario Jung-White, l’epistolario Jung-Hans Schmid Guisan (incentrato sulla nascente teoria dei tipi psicologici) e deve essere riedito l’epistolario Jung-Pauli che Il Minotauro pubblicò in poche ormai dissolte copie nel 1999. Si aggiunge alla lista dei pubblicandi l’epistolario Jung-Kirsch (il figlio del quale, Thomas, ha pubblicato nel 2000 una monografia di cui il meno che si posa dire è che dovrebbe interessare non poco gli psicologi analitici). Il dato più penoso è però un altro. L’edizione delle lettere di Jung che, dopo oltre sei lustri è approdato a una traduzione italiana nel 2006, è un’edizione fortemente incompleta. Già nel 1992, in occasione dell’uscita del Trattato di Psicologia Analitica curato da Aldo Carotenuto per i tipi della Utet, parlavo, con riferimento alle lettere di Jung, di polverizzazione. Le cose non sembrano aver registrato significativi cambiamenti da allora. Quando L’editore Magi progettò finalmente di rendere giustizia alle lettere di Jung, perché non ha tenuto conto di questa formidabile incompletezza e non si è adoperato per rimediarvi anche parzialmente, invece di attenersi pedissequamente a un’edizione, quella inglese (che si ripete comunque in quella tedesca), che vede la luce nei lontani anni settanta?